BIBLIOARTE

Libri e quadri: Leonardo da Vinci

LEONARDO DA VINCI (1452-1519) è' considerato uno dei più grandi geni dell'

umanità

Fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, anatomista, letterato, musicista, inventore.

Vissuto nel periodo del Rinascimento italiano ha è stato un artista, scienziato e pittore italiano. Ha incarnato lo spirito universalista della sua epoca, e lo ha portato alle più alte espressioni in moltissimi campi dell'arte e della conoscenza.

Nacque  a Vinci (Firenze) nel 1452, figlio naturale del notaio Piero e di una contadina, fu accolto in casa del padre che non aveva avuto figli legittimi dai primi due matrimoni. All'età di sedici o diciassette anni si trasferisce a Firenze, dove il padre  lo mise a bottega presso il Verrocchio e si interessò anche di matematica, meccanica, ingegneria, anatomia e filosofia naturale.

A Firenze Leonardo trascorre dodici anni  ed entrò presto sotto la protezione di  Lorenzo de' Medici.

Nel 1482 fu chiamato a Milano da Ludovico il Moro. Durante il soggiorno milanese si occupò degli allestimenti scenici per gli spettacoli teatrali della corte, oltre a dipingere alcuni dei suoi capolavori (la Vergine delle rocce e l'Ultima cena). Dopo la caduta di Ludovico nel 1499, Leonardo lavorò presso varie corti italiane: Mantova, Venezia, Firenze, Roma.

Durante questi anni dipinse capolavori come la Gioconda. Nel 1517 accettò l'invito di Francesco I a lavorare per la corte francese. Gli fu assegnato il maniero di Clos-Lucé vicino alla reggia di Amboise; trascorse gli ultimi anni immerso negli studi, tra gli onori della corte. Morì nel 1519.

 

LA GIOCONDA  La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto di Leonardo da Vinci che mostra una donna con un'espressione pensierosa e un leggero sorriso quasi enigmatico. È forse uno dei dipinti più famosi al mondo.

Venne dipinto a Firenze tra il 1503 e il 1506. È proprietà dello Stato francese ed è esposta al Museo del Louvre di Parigi.

L'identità della donna ritratta è controversa. Alcuni studi affermano che si tratta di Bianca Sforza, figlia di Ludovico il Moro, altri di  Lisa Gherardini, della famiglia dei Ghibellini. Alcune recenti ricerche ipotizzano  che la donna  fosse ricoperta da un fine velo di mussolina, che all'epoca era portato dalle donne in attesa di un bambino.

 Lo sfondo alle spalle della Gioconda sembra non finire mai. Probabilmente il paesaggio non è inventato, ma rappresenta  l'Arno e la campagna  vicino ad Arezzo, con un antico ponte, costruito nel 1200, ancora presente.

 

  LEONARDO DA VINCI SCRITTORE

 

Mentre faceva osservazioni scientifiche e naturali Leonardo da Vinci ha scritto anche numerose fiabe. qui puoi leggerne alcune.

 

IL MUGNAIO E L'ASINO


Un tale voleva dimostrare di essere già stato altre volte in questo mondo, e per avvalorare la sua affermazione citava il filosofo Pitagora; ma un altro, interrompendolo di continuo, non gli lasciava finire il discorso.
Allora il primo disse all'altro:
- E a dimostrazione di esserci stato altre volte, mi ricordo che tu, nella vita precedente eri un mugnaio. -
Allora l'altro, sentendosi mordere da quelle parole, gli rispose:
- E' vero. Hai ragione. Quello che ora tu mi dici, mi fa ricordare che eri proprio tu quell'asino che portava la farina al mio mulino. 

I DUE STRUZZI

 

I due giovani struzzi erano disperati.
Ogni volta che si mettevano a covare le uova, il peso del loro corpo le rompeva.
Un giorno decisero di andare a chiedere consiglio ai loro genitori che abitavano dall'altra parte del del deserto.
Corsero per molti giorni e molte notti, e finalmente arrivarono al nido della vecchia madre.
- Madre - dissero - siamo venuti a chiederti come possiamo fare per covare le uova. Ogni volta che ci proviamo si rompono. -
La madre li ascoltò, poi rispose:
- Ci vuole un altro calore. -
- E quale? - domandarono gli struzzi.
- Il calore del cuore. Voi dovete guardare la vostre uova con amore, pensando alla creatura che ci dorme dentro; lo sguardo e la pazienza lo risveglieranno. -
Gli struzzi ripartirono, e quando la femmina ebbe deposto un altro uovo, si misero a guardarlo con amore, senza perderlo mai di vista.
Passarono così molti giorni; quando, ormai, erano allo stremo delle forze l'uovo incominciò a cigolare, s'incrinò, si ruppe, e una piccola testa di struzzo fece capolino dal guscio.
 

IL GRANCHIO

Un granchio si accorse che molti pesciolini, anziché avventurarsi nel fiume, preferivano aggirarsi prudenti intorno ad un masso.
L'acqua era limpida come l'aria, e i pesci nuotavano tranquilli godendosi l'ombra e il sole. Il granchio attese la notte, e quando fu sicuro che nessuno lo avrebbe visto, andò a nascondersi sotto il masso. Da quel nascondiglio, come un orco dalla sua tana spiava i pesciolini, e quando gli passavano vicino li acciuffava e li mangiava. "Non è bello ciò che stai facendo" brontolò il masso "Approfitti di me per uccidere questi poveri innocenti." Il granchio non ascoltò nemmeno. Felice e contento seguitava a catturare i pesciolini trovandoli di un sapore prelibato.
Ma un giorno, all'improvviso, venne la piena. Il fiume si gonfiò, investì con grande forza il masso, che rotolò nel letto del fiume, schiacciando il granchio che gli stava sotto.

 

IL RAGNO E L'UVA

Un ragno, dopo essere stato per molti giorni ad osservare il movimento degli insetti, si accorse che le mosche accorrevano specialmente verso un grappolo d'uva dagli acini grossi e dolcissimi.                                                                   
- Ho capito disse fra sé.
Si arrampicò, dunque, in cima alla vite, e di lassù, con un filo sottile, si calò fino al grappolo installandosi in una celletta nascosta fra gli acini. Da quel nascondiglio incominciò ad assaltare, come un ladrone, le povere mosche che cercavano il cibo; e ne uccise molte, perché nessuna di loro sospettava la sua presenza.
Ma intanto venne il tempo della vendemmia. Il contadino arrivò nel campo colse anche quel grappolo, e lo buttò nella bigoncia, dove fu subito pigiato insieme agli altri grappoli.
L'uva, così, fu il fatale tranello per il ragno ingannatore, che morì insieme alle mosche ingannate.

IL FICO

C'era una volta un fico che non aveva frutti.

Tutti gli passavano accanto, ma nessuno lo guardava. A primavera spuntavano anche a lui le foglie, ma d'estate, quando gli altri alberi si caricavano di frutti, sui suoi rami non compariva nulla.

Mi piacerebbe tanto esser lodato dagli uomini - sospirava i fico. - Basterebbe che riuscissi a fruttificare come le altre piante.                 

Prova e riprova, finalmente, un'estate, si trovò pieno di frutti anche lui. Il sole li fece crescere, li gonfiò, li riempì di dolce sapore.

Gli uomini se ne accorsero. Anzi, non avevano mai visto un fico così carico di frutti: e subito fecero a gara a chi ne coglieva di più. Si arrampicarono sul tronco, con i bastoni piegarono i rami più alti, col loro peso ne stroncarono parecchi: tutti volevano assaggiare quei fichi deliziosi, e il povero fico, ben presto, si ritrovò piegato e rotto.

 

 IL RAGNO E L'APE

Una mattina di primavera un'ape operaia andava girovagando da un fiore all'altro in cerca di polline.
All'improvviso, uscendo da una corolla, cascò nella rete di un ragno.
Nascosta dietro una foglia, il piccolo ragno si rallegrò ed accorse.
"Sei un traditore! - gli gridò l'ape. - Tendi le tue trappole per uccidere chi lavora! "
Il ragno si avvicinò ancora di più, e l'ape, voltandosi, cercò di colpirlo sfoderando dall'addome il lungo pungiglione.
Ma il ragno si scansò in tempo e le saltò addosso.
"Ape, con che diritto osi giudicarmi? - le rispose tenendola stretta. - Tu sei come la frode: hai il miele in bocca e di dietro il veleno."


IL MORSO DELLA TARANTOLA

Un contadino stava vangando il suo campo, quando da una zolla scappò fuori una grossa tarantola.
"Che brutto ragno!"- esclamò il contadino tirandosi indietro.
!Se mi tocchi ti mordo - sibilò inferocita la tarantola. - E ti avverto che il mio morso è velenoso e ti farà morire tra dolori atroci."
Il contadino la guardò e capì subito che mentiva perché parlava troppo.
Fece un passo avanti e la pestò col piede scalzo dicendo:
"O vediamo un po' se mi farai morire per davvero!"
La tarantola, schiacciata, aveva fatto in tempo a morderlo, ma il contadino rimase nel suo convincimento, continuando a pensare che le minacce di quel ragno erano vane: e il morso, difatti, non gli dette che un po' di bruciore.
 

BIBLIOGRAFIA

 

In Biblioteca puoi trovare questi libri per conoscere meglio Leonardo da Vinci e i suoi quadri.

 

Leonardo, Barina M, Giunti

Leonardo, Carriere M, De Agostini

Leonardo, la pittura, Pedretti C, Giunti

Leonardo, l'anatomia, Pedretti C, Giunti

Leonardo, la Gioconda, Pedretti C, Giunti

Leonardo, Solatino S, Giunti

La vita straordinaria di Leonardo da Vinci, Stefani S, Dami