LABORATORIO ARTE, LIBRI,
BAMBINI....
Quando si entra nel
quadro.....quando i personaggi
popolano ogni angolo dell'
immagine e la parola e il
colore formano una unica nuova
naturale realtà.
"Sono le 15 e 35!"urla una
ballerina con un lungo vestito
celeste.
"Dove mi trovo? E chi è quella
donna?" chiesi io stupita.
Di colpo, dietro di me, spuntò
un giocoliere che si divertiva a
girare la sua gamba blu.
Aveva due grandi ali bianche, un
cappellino verde e un orologio
che guardava costantemente.
"Poverino, imprigionato da
quelle radici secche, senza
poter parlare, perchè così senza
bocca cosa potrebbe fare?" disse
un violinista bizzarro che
suonava melodie tristi al povero
giocoliere.
"Cosa gli è successo? dov'è la
sua bocca?" chiesi dispiaciuta.
Il violinista mi rispose: "Vedi
quel cavallo? Ha imprigionato la
nostra regina e adesso vuole
governare lui il nostro paesino!
Il mio amico Paul, il
giocoliere, si è opposto alla
volontà del cavallo Minus ed è
stato punito.
Ha un orologio per controllare
quando scende la sera, perchè a
quell'ora il cavallo gli
permette di aprire bocca."
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Io rimasi stupita. Mi incamminai
verso una capanna perchè avevo
sete e fame.
Davanti a una casa vidi una
donna su una cavallo e le chiesi
se poteva darmi un boccone di
pane e un bicchiere d'acqua.
Lei, scortese, mi diede una
pacca sulla spalla e mi disse:
"Certo che no!".
Ormai era sera ed io, stanca e
affamata mi sdraiai accanto ad
un masso e provai a
dormire.
Sentii il mio nome. Era una voce
rilassante e calma che mi
chiamava.
Mi girai di scatto e vidi il
giocoliere gigante che mi fece
salire sulla sua enorme mano.
"Ciao, mi dispiace di non
poterti aiutare, ma farò
comunque il possibile per farti
sentire bene" dissi io con aria
amichevole al gigante.
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Lui mi fece una carezza
delicata.
"Vedi - mi rispose - l'unico
modo per potermi aiutare è
staccare un filo d'argento dalle
mie ali e metterlo in
corrispondenza delle lancette
dell'orologio".
Io allora, già pronta a prendere
un filo argentato, mi avviai
verso il corpo del gigante
buono,
Era difficile staccare quel
filo, ma in mio aiuto venne la
donna scortese che capì le mie
intenzioni.
Uno, due, fatto! Avevamo
staccato qul filo e giusto in
tempo l'avevamo messo in
corrispondenza delle lancette.
Il giocoliere era libero,
finalmente, ma la regina no.
Io ero sulle spalle del
giocoliere e con dei sassi
riuscimmo a liberare la regina.
Un'onda di arcobaleno invase
tutto il paese e, per pochi
minuti, un alone bianco ricoprì
tutto.
Di colpo mi svegliai e mi
chiesi: "Ma stavo sognando?"
In quel momento vidi sul letto
un filo argentato. No, non
stavo sognando.
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