BIBLIOARTE

Dentro ....I canottieri di Renoir

LABORATORIO ARTE, LIBRI, BAMBINI....

Quando si entra nel quadro.....quando i personaggi popolano ogni angolo dell' immagine e la parola  e il colore formano una unica nuova naturale realtà.

 

 

Finalmente ho rivisto mia sorella.

Rosy è venuta a trovarmi dove abito ora. Su, vicino alla Senna.

E' venuta con mio cognato, Leonard, un uomo un po' freddo, elegante e molto ricco.Abitano a Londra, e quindi ci vediamo poco.

Lei, mia sorella è molto bella, con i suoi occhi azzurro mare. Ma a volte si vanta troppo.
 

"Paul, Paul", mi chiamò.

"Che c'è, Rosy?", le risposi con un tono un po' sgarbato.

"Mi porti un po' in canoa con te?"

Ma io senza ascoltarla me ne andai con il mio migliore amico, Renè, soprannominato "Onda veloce", perchè è il migliore in canoa e arriva sempre primo.

 

Rosy, purtroppo, ci vide salire sulla canoa e allungò la mano, fermandola.

"Cosa  credevi di fare? I miei occhi azzurri meritano di vedere il paesaggio in canoa con te". Mi sgridò fortemente.

 "Solo perchè sei più grande di me  non hai diritto di parlarmi così". Me ne andai a buttare sassi nel fiume.

 

Quando Leonard mise la sua mano sulla spalla pensai: "Strano. Un uomo che si contiene sempre, che ha un cuore duro, si rivela così comprensivo."

 

Mi scese una lacrima e lui, come sempre con la voce dura e possente, mi disse: "non prendertela con lei. Sai come è fatta. So che già sono successe queste cose fra voi e tu non vorresti che accadessero ancora. Affrontale e non ti tirare indietro. "

Mi porse la mano e io mi alzai. Ci abbracciammo e lui mi sussurrò: "Non lo dimenticare."

 

Io andai da mia sorella che stava parlando con Renè e le dissi a sangue freddo: "Rosy, noi siamo come il pesce e l'acqua, il sale e il pepe. Dobbiamo stare insieme e accettarci per quello che siamo."

 

Lei scoppiò a piangere fra le mie braccia, mentre Leonard mi faceva cenno di sì con la testa.

Renè ci salutò e andò a casa.

Mia sorella e mio cognato dovevano tornare a casa, ci abbracciammo forte e io me ne tornai a casa.

 

 

 

Un giorno Franc, Charlotte e Jain andarono sul lungoSenna a trovare un amico.

 

Charlotte aguzzò bene la vista e vide il loro amico.

"Bonsoir", salutò Charlotte, anche Franc e Jain corsero a salutarlo.

 

"Vi va di fare una passeggiata sulla sponda del fiume?" I tre ragazzi risposero di sì.

Dopo una lunga chiacchierata e dopo aver camminato un paio di chilometri, alzarono la testa e videro un canottiere al centro del fiume. Stava affogando.

 

"Bisogna fare qualcosa!" esclamò Charlotte. Franc annuì, a anche Jean.

Presero quattro canoe e remarono fino al centro del fiume. Si tuffarono. Andando sott'acqua videro finalmente il povero canottiere svenuto.

Lo presero e lo spinsero fino a posarlo sulla riva. Cercarono di svegliarlo, ma non ci fu niente da fare: era privo di sensi.

Provarono in ogni modo, ma senza riuscirvi. Poi Jean ricordò di avere una bustina di zucchero, glielo versò in bocca e il canottiere si riprese.

 

"Chi siete voi?" Il canottiere ricordò che era affondato: "Quindi siete stati voi a salvarmi! Grazie! Io mi chiamo Maurad."

 

"Guardate che bella barca a vela - disse Jean - andiamo a vederla!".

 

Il canottiere si mise ai remi e dopo una gita in barca gli amici si salutarono.

"Non vi dimenticherò mai!" disse il canottiere.

"Anche noi - dissero i ragazzi - A presto".

 

 

 

Un giorno la duchessa Arianna mandò un invito sua sorella, la contessa Alessia per andare a palazzo a prendere il tè.

 

La contessa fu felicissima all'idea  di rivedere la sorella, ma c'era un problema: il palazzo era dall'altra parte del fiume e lei aveva donato la sua barca ai poveri.

 

Il marito la vide piangere e le chiese che cosa la facesse così disperare.

Allora Alessia gli spiegò quanto accadeva.

Al marito venne un'idea che poteva risolvere questo problema. Sarebbe andato al palazzo con loro.

 

Passò un'ora e un vecchio disse di prendere una barca a vela.

Così arrivarono in tempo. Il palazzo della duchessa era meraviglioso, aveva nella sala da te: due divani morbidissimi e una poltrona con il poggiapiedi, un tavolo con la tovaglia di seta, un mobile di legno pregiato, un lampadario d'oro.

 

Si sedettero sui divani e bevvero il te che era squisito.

 

Poi uscirono prendendo una coperta e i costumi da bagno. Si sdraiarono sull'erba e andarono a fare il bagno.

 

Quando tornarono a casa promisero ad Alessia che sarebbero tornati presto.

 

Ma la barca a vela non c'era più e dovettero restare al palazzo, in attesa di una soluzione.

 

Alcuni giorni dopo arrivò un venditore di barche e poterono tornare a casa.