C’era una volta una sorgente
speciale, da essa non sgorgava
semplice acqua ma sgorgavano
diamanti. Le persone di questo
paese non erano mai povere
perché la sorgente era
inesauribile.
Un bel giorno tutti gli abitanti
del paese si radunarono davanti
ad essa perché nella sorgente
apparve l’immagine di una
ragazza bellissima: aveva i
capelli color oro, gli occhi
azzurri come due gocce d’acqua e
la carnagione chiara come la
luna; indossava un anello di
acqua marina che, strofinandolo,
si trasformava in uno scettro.
Gli abitanti rimasero abbagliati
dalla sua bellezza e mentre
tutti l’ammiravano,
improvvisamente, si trasformò in
una bellissima goccia d’acqua.
Era meravigliosa e la sua
bellezza traspariva dentro
quella limpida e cristallina
gocciolina; la magica ragazza si
mimetizzava nella gocciolina per
non farsi vedere, ma, un giorno,
il capo delle gocce che era
cattivo, venne a conoscenza del
fatto e, infuriato, provocò una
terribile tempesta al punto da
mettere in pericolo l’intero
paese. La gocciolina buona, a
quel punto, con il suo scettro
creò un largo foro nella cascata
per far riparare gli abitanti;
andarono a finire in una seconda
cascata che si trasformò in una
scalinata.
Salirono e, arrivati in cima,
raggiunsero la città delle
gocce; qui scoprirono che, con
ogni spreco d’acqua che gli
uomini facevano, una gocciolina
spariva; infatti, questo paese
era poco abitato perché gli
uomini nel mondo reale fanno un
enorme spreco d’acqua.
Alla fine del loro cammino
arrivarono in una foresta dove
vivevano gli unicorni bianchi
fatti d’acqua.
Per sconfiggere le gocce cattive
si organizzarono in un esercito.
Con l’aiuto dello scettro magico
della gocciolina buona tutti
insieme iniziarono a cantare e
le onde sonore, prodotte dalle
vibrazioni della loro voce
melodiosa, fecero disgregare le
goccioline cattive.
La tempesta cessò e tutti
poterono tornare al loro paese.
Tutto tornò alla normalità ma,
dalla sorgente, non sgorgarono
più diamanti ma acqua, semplice
acqua che, con la luce del sole,
rifletteva nei cuori di chi
l’ammirava tanta felicità.
Da quel giorno fecero molta
attenzione a non fare spreco
d’acqua perché l’acqua è un bene
prezioso, ma non inesauribile. |