La storia ha inizio nel
1910, quando il giovane
narratore intraprende
un'escursione solitaria
attraverso la Provenza, in
Francia, arrivando fin vicino
alle Alpi.
Il narratore finisce le scorte
d'acqua in una vallata deserta e
senza alberi, dove cresceva
ovunque solo lavanda selvatica,
senza alcun segno di
civilizzazione, eccetto un
villaggio ormai abbandonato, con
case diroccate e senza l' ombra
di popolazione.
Il ragazzo incontra un pastore
di circa cinquant' anni, assieme
al suo gregge di pecore, che gli
permette di bere dalla sua
borraccia. Questo individuo è un
tipo piuttosto silenzioso.
Curioso riguardo al pastore e
alla sua vita da eremita, decide
di restare presso di lui per
alcuni giorni.
Il pastore, che si chiamava
Elzéard Bouffier, divenuto
vedovo, aveva deciso di
migliorare il luogo desolato in
cui viveva: voleva far crescere
una foresta e aveva iniziato a
piantare, senza che nessuno lo
sapesse, un albero per volta.
Aveva piantato oltre
100mila querce, e poi faggi e
betulle.
Dopo tre giorni il
narratore torna a casa e più
tardi si arruola come soldato
nella prima guerra mondiale.
Nel 1920, traumatizzato e
depresso, l'uomo torna a cercare
il pastore e con sorpresa
vede migliaia di alberelli in
tutta la vallata e nuovi
torrenti dove non scorreva più
acqua da anni.
La vallata riceve anche la
protezione ufficiale molte
persone tornarono ad abitarla.
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