L’andata era facile.
All’andata la grossa tanica era piena solo d’aria. Alta per i suoi undici anni, Nya poteva passarsi il manico da una mano all’altra, dondolare il contenitore lungo un fianco o tenerlo fra le braccia.
Il carico era leggero, all’andata. Faceva solo una gran caldo, e il sole già arroventava l’aria, anche se mancava ancora parecchio a mezzogiorno. Ci avrebbe messo metà mattinata, se non si fosse fermata lungo la via.
(Riempì la tanica fino all’orlo, poi rimise la tazza al suo posto e tirò fuori dalla tasca lo straccio arrotolato a mo’ di ciambella. Se lo sistemò in testa, seguito dal pesante contenitore stracolmo, che teneva ritto in una mano.
Con l’acqua in equilibrio sul capo e il piede ancora dolorante per via della spina, Nya sapeva che, per tornare a casa, ci avrebbe impiegato più tempo.
Dopo essere rimasta a casa giusto il tempo per mangiare, stava già partendo per il secondo viaggio della giornata fino allo stagno. Andata alla pozza e ritorno… andata e ritorno… In tutto, quasi un’intera giornata di cammino.
Quello
era il
suo
compito
ogni
giorno
per
sette
mesi
all’anno.
Ogni
giorno…
Ogni
singolo
giorno.