LA STORIA DI IQBAL

di Francesco D'Adamo

TORNEO DI LETTURA 2009

 

Libro   Selezioni   Finale

 

 

STORIA DI IQBAL

 

La storia vera di Iqbal Masih, il ragazzo pakistano di 12 anni diventato in tutto il mondo il simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Ceduto dalla sua famiglia di contadini ridotti in miseria, in cambio del prestito di 26 dollari, costretto a lavorare in una tessitura di tappeti dall'alba al tramonto, incatenato al telaio, in condizioni disumane, come milioni di altri bambini nei paesi più poveri del mondo, Iqbal troverà la forza di ribellarsi, di far arrestare il suo padrone, di denunciare la "mafia dei tappeti", contribuendo alla liberazione di centinaia di altri piccoli schiavi.

Storia di Iqbal, Francesco D'Adamo, Salani

PERSONAGGI DEL LIBRO

Fatima

La protagonista è una ragazza di 16 che narra la storia di Iqbal Masih.

Fatima, insieme ai fratelli Hasan e Ahmed, si è trasferita in città da Lahore città del Pakistan. lei e i suoi fratelli a Lahore lavoravano in schiavitù, mentre qui in Italia, si impegnano per una famiglia che li tratta bene, dando loro ospitalità. I figli della sua padrona le chiedono di giocare con loro; prendono le bambole, i pupazzi e altri giocattoli che a Fatima sembrano strani e misteriosi. Infatti Fatima, inizialmente aveva paura delle bambole che parlavano ma poi si è abituata. Adesso gioca poco perché si rende conto che è troppo grande per le bambole e deve dedicarsi ad altre attività.

Fatima sogna spesso di sposarsi con Iqbal, perché in Pakistan era l’unica persona che la ascoltava.

Fatima, insieme a tutti gli altri lavoratori, dormiva in uno sgabuzzino della fabbrica di tappeti. All’alba quando la moglie del padrone portava loro il pane, si svegliava e incominciava a lavorare raccontando i sogni che aveva fatto. Quando qualcuno non aveva sognato niente, inventava di aver sognato cose belle e avventurose. Ma poi arrivava la padrona che diceva loro di smettere e di lavorare più velocemente. La nonna di Fatima le aveva sempre detto che i sogni sono il modo più facile e bello per staccarsi dalla realtà, e che, se non si sogna più, si può stare anche molto male.

Karim

Aveva quasi diciassette anni e aveva ormai le dita troppo grosse e gonfie per intrecciare i fili e quindi aveva il compito di sorvegliare i bambini. Karim con i soldi che aveva guadagnato era riuscito ad andare due volte al cinema. Era un tipo lunatico ed era il ragazzo preferito dal padrone.

Iqbal

Iqbal arrivò nella fabbrica dove lavorava Fatima all’inizio dell’estate. non era molto alto, era magro e aveva i capelli bruni. Gli occhi erano dolci e profondi, e avevano paura.